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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021
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Sull’artigianato “povero” (e “meno povero”) della                          Calabria. di Mario Strati              In  La Calabria /libro sussidiario di cultura  regionale , lavoro  tanto interessante quanto poco conosciuto, Corrado Alvaro mette in evidenza che la propria regione, la Calabria appunto (i cui «primi abitatori» furono figli, secondo la leggenda, «del più ingegnoso uomo dei tempi favolosi: Dedalo, il quale tentò perfino di volare […]»), conobbe soltanto «un breve periodo di splendore: quando fu chiamata Magna Grecia o Grande Grecia, perché civilissima e bellissima tra i paesi civili e belli dell’antichità. Dopo, per oltre duemila anni, fu preda di eserciti invasori.  Il  popolo si ritirò sulle montagne lasciando piani e mari deserti, e lassù conservò le sue tradizioni […]»[1].                Sì. Se risaliamo ai primordi della nostra origine greca e accettiamo il mito (ed è doveroso farlo perché rappresenta la nostra infanzia), scopriamo che la  creatività è per noi calabr

Il volo del grifone - prefazione Prof. Domenico Minuto

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 Ringraziamo il prof. Domenico Minuto che ci ha permesso di pubblicare questa sua postfazione al libro “Il volo del grifone” di Fortunato Nocera, storia del XVIII secolo riguardante un eccidio avvenuto nel 1806 a San Luca(RC)  da parte dei soldati francesi, triste compimento di una prepotenza di potenti contro umili. Lo scopo di questa fatica letteraria, dichiarato dall’autore all’inizio e alla fine, è la costatazione della devastazione di un’umilissima, ma umanamente assai vivace popolazione calabrese ad opera della invincibile e violenta aberrazione dei grandi della società e della storia. La dedica è offerta “ai martiri dell’eccidio perpetrato a San Luca dai soldati francesi il 16 dicembre 1806”; la postfazione ritorna su questa tragica vicenda, letta come la dolente conclusione di un disfacimento sociale procurato a danno degli umili da parte delle classi dominanti, reso ancora più deprecabile per le conseguenze nefaste sul costume del popolo, quando troppi sono quasi costretti ad

GIROTONDU D'U TEMPU, GIROTONDO DEL TEMPO

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