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Presentazione e programma della mostra "L' Aspromonte di Francesco Perri" a cura di Giuseppina Varacalli

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  Uno sguardo nuovo sull’Aspromonte grazie a Francesco Perri   “Su ognuno di quei poggi si vedevano vecchie mura diroccate, navate di antiche chiese abbandonate. Erano ruderi di paesi distrutti dal terremoto in diverse epoche. Eppure accanto a quelle rovine, altre case erano sorte, altre chiese, altri campanili: i superstiti… li avevano riscattati dalle frane e dalle alluvioni, ed avevano fondato su esse le loro fatiche e le loro speranze”. Questa è la descrizione che accompagnerà una delle foto presenti alla Mostra Fotografica “L’Aspromonte di Francesco Perri”, illustre scrittore, giornalista e poeta di origini calabresi che ha fatto della sua terra natìa Careri, in provincia di Reggio Calabria, la sua cassaforte di ricordi, gioielli intrisi di una forte nostalgia dovuta alla partenza verso altre terre in cerca di fortuna; cassaforte da cui riusciremo ad avere la chiave d’accesso solo in un secondo momento grazie ai suoi scritti “Emigranti”, “Racconti d’Aspromonte” e “Storia del

Mostra fotografica "L' Aspromonte di Francesco Perri"

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                    La mostra fotografica e letteraria “l’Aspromonte di Francesco Perri” nasce dall’idea di illustrare l’attività dell’associazione culturale Francesco Perri di Careri(RC) nel territorio composito   e incantevole dell’Aspromonte.                    La cosa più entusiasmante, fin dall’inizio, nello sviluppo di questa idea, è   stata la possibilità di poter accostare le immagini fotografiche di Carmelo Albanese alle parole e ai testi tratti dalle opere di Francesco Perri, soprattutto “Emigranti” e i “Racconti d’Aspromonte”.                  Francesco Perri (Careri, 15 luglio 1885 – Pavia, 9 dicembre 1974) ha dedicato la sua vita politica e artistica coraggiosamente alla difesa della libertà e della giustizia.                   Francesco Perri,   attraverso la letteratura, soprattutto   in “Emigranti” e ne “I conquistatori”, ha denunciato   le ingiustizie sociali e la violenza che affliggevano l’Italia e la Calabria, pagando in prima persona, anche con il carcere