Careri 9 dicembre 2024 . Emigranti. Dalla parte degli ultimi. 50°anniversario della morte di Francesco Perri
Un grazie ai relatori, Mario Strati, Eleonora Bilotta, Francesco Rosa, Rino Caputo, Marina Formica, Vito Pirruccio, Vito Teti, Daniela Perrone, Domenico Minuto agli insegnanti, ai cittadini tutti che hanno partecipato numerosi ed attenti al corso "Emigranti dalla parte degli ultimi" tenutosi il 9 dicembre 2024 a Careri. Un grazie al sindaco del Comune di Careri Giuseppe Pipicella, alla dirigente dell’Istituto comprensivo di Platì-Careri professoressa Daniela Perrone che ci ha ospitati, all’ Associazione I Care per la colta puntuale e totale disponibilità ad organizzare tale evento, all’Associazione Crissa e a Italia Nostra.
L’Associazione Culturale Francesco Perri ha voluto fortemente la realizzazione dell’evento dedicato al mondo della scuola nella ricorrenza del 50° anniversario della morte dello scrittore Perri. Quando il 15 luglio 1885 Francesco Antonio Perri nacque qui a Careri la popolazione viveva in condizioni di miseria e di arretratezza civile. I piccoli centri come Careri soffrivano l’isolamento; una condizione che persiste attualmente. La gente emigrava (e ha continuato ad emigrare) spopolando questi territori e Careri è diventata il teatro del romanzo più famoso dello scrittore; “Emigranti”.
La Ruga Randi, è ormai abbandonata e in rovina.
Francesco Perri fu il primo di cinque figli, tutti maschi, di una famiglia con piccola proprietà contadina. Il padre Vincenzo era una delle poche persone in paese che sapeva leggere e scrivere. La madre, Teresa Sciplini era analfabeta ma intelligente e coraggiosa. La scuola, all’epoca, a causa del disinteresse dello Stato si poteva frequentare fino alla terza elementare e così fino al 1931.
Scrive Perri nei suoi diari: “ A cinque anni, fui accolto nella scuola, ch’era in una cameretta del palazzo comunale, alla Ruga Grande……I libri mi affascinavano….. Imparai a leggere rapidamente e leggevo tutto quello che mi capitava sotto mano. A otto anni avevo finito le scuole in paese, ma continuavo a frequentare la scuola, perché non sapevo staccarmene…….
L’unica scuola accessibile allora era il seminario vescovile di Gerace…l’anno appresso fui accolto in seminario e iscritto alla quarta classe elementare….ma l’anno dopo mio padre morì, spezzato da un male incurabile, all’età di 48 anni, ed io piombai nell’incertezza più drammatica della mia vita…. l’idea di non andare più a scuola mi faceva impazzire, sebbene non avessi che undici anni. Mi salvò la mia eroica e benedetta mamma. "Non si dica mai - dichiarò - che per la morte del padre il mio bambino non debba continuare gli studi". Preparò il mio corredo e il 15 ottobre mi fece partire per il seminario”.
Perri ha intuito fin da bambino che la scuola era il luogo per coltivare le sue potenzialità, per acquisire competenze per conoscere il mondo.
Dall’incontro è emerso invece un dato che appare sconfortante ed in controtendenza rispetto all’anelito di conoscenza che pervadeva il Nostro scrittore che agognava ad apprendere e imparare per meglio conoscere la realtà e governarla è emerso un distacco della popolazione in genere dal ruolo degli intellettuali, degli artisti, degli uomini di scienza.
Il discorso accorato della dirigente professoressa Perrone ha segnalato un preoccupante e forte distacco delle nuove generazioni dal mondo della scuola. La scuola non è più strumento di emancipazione e riscatto ma viene avvertita come obbligo opprimente.
E’ preoccupante questa constatazione se pensiamo allo sforzo del nostro legislatore costituente che l’aveva disegnata per la formazione di cittadini consapevoli.
La scuola diceva il celebre giurista Calamandrei “è un organo “costituzionale”. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. …..Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi….Da tutta la bassura della sorte umana originaria, dall’incultura originaria dovrà ciascuno poter lanciare su,
snodare il suo piccolo stelo per arrivare a prendere la sua parte di sole. A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale.
La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali…. questa immagine è consacrata in un articolo della Costituzione, .. l’art. 34, in cui è detto: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Questo è l’articolo più importante della nostra Costituzione. Bisogna rendersi conto del valore politico e sociale di questo articolo...””
Orbene l’Associazione che mi onoro di rappresentare intitolata a Francesco Perri ha raccolto e si sforza di tramandare il suo messaggio essere affamati di conoscenza non per accrescere il proprio prestigio personale, per fare carriera, arricchirsi, avere ingressi in politica o nel campo della cultura. L’arte, doveva servire per poter parlare all’anima della gente, alle masse popolari, insomma ai comuni lettori che formano la base della società. La fuga di Perri verso altri luoghi serviva a perfezionare la sua anima per poi tornare tra la gente con le sue opere.
Le parole scritte sulla sua tomba sono indirizzate a noi tutti che abbiamo volontà di raccogliere e tramandare il messaggio del suo spirito: essere sempre responsabilmente impegnati, soprattutto verso le giovani generazioni e specialmente verso i figli del popolo che s’accostano alla cultura ed hanno bisogno di sentimenti e di valori che contribuiscano all’elevazione della personalità umana.
Giulio Strangio
Associazione culturale Francesco Perri Careri (RC)
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